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News Dal gelo alla ripresa: la primavera incerta delle vigne in Valle d’Aosta
Una nevicata ha colpito le vigne in Valle d'Aosta. Ma il freddo non ha fermato la stagione: ecco come si è evoluta la situazione e cosa aspettarsi nei prossimi mesi.

Primavera 2025: neve fuori stagione e il ritorno alla normalità raccontati da chi vive la vigna ogni giorno
Una vigna coperta di neve in primavera è uno spettacolo che non ci si aspetta. Eppure è proprio quello che è successo nei nostri filari in Valle d’Aosta. Immagini che hanno fatto il giro dei social, raggiungendo oltre 320.000 visualizzazioni solo su Instagram e generando centinaia di commenti e condivisioni.
Una reazione che ci ha toccato profondamente, perché ha mostrato quanto il pubblico sia attento, partecipe e vicino alla nostra realtà agricola.
Dal gelo alla speranza: il racconto di Hervé
Nei giorni successivi, il sole ha sciolto la neve e la situazione si è normalizzata. I germogli, inizialmente piegati dal peso del freddo, si sono lentamente ripresi. Lo racconta direttamente Hervé in un secondo video pubblicato a distanza di pochi giorni, dove con tono rassicurante spiega come la vigna abbia retto bene nonostante il colpo inaspettato.
Ma cosa significa tecnicamente questo evento per le nostre viti?
L’impatto viticolo: una lettura tecnica
Le varietà autoctone valdostane come il Petit Rouge, Fumin e Cornalin hanno dimostrato ancora una volta la loro naturale adattabilità alle condizioni estreme. A differenza di varietà più internazionali, questi vitigni hanno sviluppato nei secoli meccanismi di resilienza particolarmente efficaci contro gli sbalzi termici primaverili.
Abbiamo potuto constatare con sollievo che la fase fenologica di germogliamento era fortunatamente ancora nelle sue fasi iniziali (BBCH 10-13), circostanza che ha ridotto significativamente il rischio di danni permanenti. Sebbene le temperature siano scese sotto lo zero, non hanno mai raggiunto quei valori critici di -5°C che avrebbero causato necrosi tissutale diffusa. Un ruolo fondamentale l’ha giocato anche l’esposizione dei nostri vigneti terrazzati: l’inclinazione sud/sud-est ha favorito un rapido scioglimento del manto nevoso, limitando il tempo di esposizione delle giovani gemme al freddo intenso.
Le incognite del clima e la forza della viticoltura di montagna
Eventi come questi sono sempre più frequenti e testimoniano quanto la viticoltura di montagna debba fare i conti con un clima sempre più estremo e imprevedibile. Ma raccontano anche della resilienza di chi ogni giorno lavora la terra, osserva la natura e sa adattarsi.
Dati che fanno riflettere
I cambiamenti degli ultimi due decenni ci raccontano una storia chiara: la temperatura media in Valle d’Aosta è aumentata di 1,3°C, mentre gli eventi meteorologici estremi sono triplicati nella loro frequenza. Persino l’escursione termica giorno/notte, elemento fondamentale per l’aromaticità dei nostri vini, ha assunto caratteri sempre più imprevedibili.
Di fronte a queste sfide, abbiamo progressivamente adattato il nostro approccio alla viticoltura. Abbiamo intensificato la biodiversità tra i filari, introducendo diverse specie vegetali per aumentare la resilienza complessiva dell’ecosistema. Parallelamente, ci siamo aperti alla tecnologia, implementando un sistema di monitoraggio digitale con sensori di temperatura e umidità del suolo che ci permettono interventi mirati e tempestivi.
L’impatto sul vino della vendemmia 2025
Per i sommelier e gli appassionati, è naturale chiedersi: come influirà questo evento sulla vendemmia 2025?
Secondo le nostre prime valutazioni, nonostante si tratti al momento ancora di fanta-enologia, possiamo pensare che i vini potrebbero presentare un’acidità leggermente superiore rispetto alle annate precedenti. Il ciclo vegetativo ritardato, infatti, avrà probabilmente il beneficio di portare a una maturazione più lenta e completa dei polifenoli, conferendo struttura e complessità.
In definitiva, se le condizioni climatiche si stabilizzeranno nei prossimi mesi, prevediamo di ottenere vini con un notevole potenziale di invecchiamento, particolarmente espressivi di quella mineralità unica che caratterizza i nostri terroir di montagna. Una sfida climatica che potrebbe trasformarsi in un’opportunità enologica.
Un grazie a chi ci segue
Condividere queste immagini e aggiornare la situazione è stato per noi un gesto di trasparenza. Vedere tanto coinvolgimento da parte vostra ci ha dato ancora più energia per affrontare questa stagione.
Seguiteci per altri aggiornamenti dalla vigna. La primavera è appena iniziata, e noi siamo pronti a viverla, giorno dopo giorno, insieme a voi.
Con passione e gratitudine,
“Il clima plasma il nostro vino, ma è la nostra risposta al clima che ne definisce il carattere.”