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info Dalla Crisi alla Rinascita: La Viticoltura in Valle d’Aosta tra Ottocento e Novecento
Nel XIX secolo, la viticoltura valdostana subì una grave crisi a causa della fillossera. Con il Novecento, studi sui vitigni autoctoni e interventi istituzionali favorirono la rinascita del vino valdostano.

Questo è il quinto episodio, ultimo dei cinque articoli dedicati alla Storia del Vino in Valle d’Aosta, con focus sull’Ottocento e Novecento.
La seconda metà dell’Ottocento rappresentò uno dei periodi più difficili per la viticoltura valdostana. Tra il 1870 e il 1890, l’arrivo della fillossera devastò i vigneti, compromettendo profondamente l’economia locale. I registri agricoli e gli archivi comunali documentano la diffusione di questa infestazione e le prime strategie messe in atto per contrastarla.
La Crisi della Fillossera e le Prime Soluzioni
Gli agronomi dell’epoca sperimentarono l’uso dei portinnesti americani, una tecnica che avrebbe permesso di salvare i vigneti. Tuttavia, i documenti dell’epoca testimoniano le resistenze iniziali da parte di molti viticoltori locali, che vedevano in questa innovazione una minaccia alle tradizioni. Alcuni decisero persino di abbandonare i vigneti piuttosto che adottare il cambiamento, mentre altri colsero l’opportunità e contribuirono alla ricostruzione.
Gli archivi delle prime associazioni agricole mostrano come questa emergenza portò alla nascita di una forma di cooperazione tra i viticoltori, con riunioni e strategie collettive per la ripresa della viticoltura in Valle d’Aosta. La tradizione orale tramanda storie di comunità unite nel ripristino delle vigne, di famiglie che si tramandavano le tecniche di innesto e di lunghi viaggi a piedi per procurarsi le nuove barbatelle.
La Ricostruzione della Viticoltura Valdostana
Dopo la crisi, l’inizio del Novecento vide un rinnovato interesse per la viticoltura in Valle d’Aosta. I registri agricoli documentano il graduale reimpianto delle viti grazie ai portinnesti americani, mentre l’Assessorato all’Agricoltura iniziò i primi studi ufficiali sui vitigni autoctoni.
Questi studi portarono al riconoscimento delle principali varietà valdostane, tra cui:
Prié Blanc – Il vitigno simbolo della viticoltura d’alta quota
Petit Rouge – Una delle uve più diffuse nella regione
Fumin – Vitigno dal carattere intenso e speziato
Primi Riconoscimenti e l’Esposizione Agricola

Nonostante le difficoltà, i vini valdostani iniziarono a ricevere riconoscimenti ufficiali a livello nazionale. I registri delle esposizioni agricole testimoniano i primi premi e diplomi conferiti ai produttori della Valle d’Aosta, segno che la qualità vinicola era ancora apprezzata oltre i confini regionali.
Le fotografie d’epoca mostrano l’evoluzione delle tecniche di coltivazione e i primi tentativi di meccanizzazione. Le immagini dei vigneti e delle cantine di inizio Novecento rivelano un cambiamento significativo nel paesaggio viticolo e nei metodi di produzione.
Tra Memoria e Innovazione: L’Identità del Vino Valdostano
La storia della viticoltura valdostana tra Ottocento e Novecento è un intreccio di:
Documenti ufficiali – Archivi storici che raccontano la crisi e la rinascita
Tradizione orale – Racconti tramandati di generazione in generazione
Testimonianze fotografiche – Immagini che documentano la trasformazione della viticoltura
Questo periodo segnò il passaggio verso una viticoltura più moderna, capace di adattarsi ai cambiamenti senza perdere la propria identità. La capacità di innovare pur rimanendo legati alla tradizione divenne la chiave per il futuro del vino valdostano, una storia di resilienza che continua ancora oggi.
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BIBLIOGRAFIA
Fonti Storiche e Archivi: Archivio Storico Regionale della Valle d’Aosta, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Fondo Ducato d’Aosta, Archivi del Monastero di Sant’Orso e della Collegiata di Saint-Gilles, Archivi delle famiglie Challant, Sarriod e La Tour, Registri catastali napoleonici conservati presso l’Archivio di Stato di Torino, Archivi della Cave du Vin Blanc de Morgex et La Salle, Archivi dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Valle d’Aosta.
Saggi e testi moderni: Sandi, Moriondo, Gatta, Mezzena, Vevey et al.
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