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info Torrette 2016 – Diarium Wine ce lo racconta
Francesco Agiati, responsabile del blog DIARIUM WINE, è solito, nelle sue pagine, descrivere pregevolmente i vini che va degustando. Di…
Francesco Agiati, responsabile del blog DIARIUM WINE, è solito, nelle sue pagine, descrivere pregevolmente i vini che va degustando. Di recente ha assaggiato il nostro Torrette 2016, ecco cosa è emerso dalla sua degustazione, buona lettura e, soprattutto, non dimenticate di visitare il suo sito.
Buona Sera!
La Vittoria dorme già da un bel po’ ( sst, diciamolo piano altrimenti me la gufo ) e la mamma è a cena fuori con le amiche. Quale serata migliore di questa potrei chiedere per chiacchierare di vino??? Nessuna e allora mi do da fare!
L’altra volta un bianco e questa volta un rosso e che rosso Signore e Signori! Si risale lo stivale fino ad arrivare in Valle D’Aosta nei comuni Quart e Saint Christophe che danno i natali a questo vino che vi delizierà con i suoi sentori, il suo nome è “Torrette”, è un 2016 ed è un blend di Petit Rouge Vien de Nus e Fumin, vitigni autoctoni che proprio in questa regione danno il meglio di se!
Procediamo con ordine. Iniziamo, come da prassi, con EYE. Già di primo acchito si nota una lucentezza e una brillantezza spiccate, un gran bel colore rosso rubino che mi fa davvero ben sperare, sembra che le viole abbiano deciso di farsi un bagno rilassante e come idromassaggio abbiano scelto questa bottiglia, favoloso!
Ed eccoci a NOSE. Bramavo, non vedevo l’ora di confrontarmi e con lui e rimango estasiato. Le viole continuano ad essere attrici principali ma c’è anche tanto altro, more, lamponi, frutti di bosco in generis. Ci trovo anche un po’ di sottobosco ed anche una punta di terziario, un filo smaltato e giusto un po’ di cacao. Mamma mia, se questo è l’inizio c’è di che divertirsi!
Passiamo a TASTE. Il suo ingresso è da gran signore. Rotondo, morbido, per niente squilibrato. Un tannino lieve lieve che ne esalta ancora di più la sua morbidezza, io oserei dire setosità, ma nel senso positivo del termine. Si perchè se io vado a fare una bella camminata in montagna e dopo ore di cammino arrivo al tanto desiderato rifugio, voglio bere per rilassarmi e se mi si proponesse un tannino fatto vino non sarei proprio contentissimo. Con lui invece mi siederei su una roccia, al sole e mi rilasserei sorseggiandolo. Se la comodità è dalla mia, mi lascio andare e sogno ad occhi aperti. Vi dirò che ci trovo anche una discreta profondità, è abbastanza persistente e la viola la ritrovo anche nel retronasale. La bocca rimane splendida anche dopo alcuni minuti dal suo passaggio.
Per GLOBAL mi sentirei di dire che è un vino davvero ben fatto, che esprime il meglio di se al naso a mio parere, si perchè i profumi riempivano fino ad inebriare il bicchiere e lo stesso hanno fatto col mio naso, ho chiuso gl’occhi e inspirando pensavo di essere sulle prime montagne della Valle D’Aosta.
Veniamo a MEETING. Io ritornerei sulla roccia. Mi “picchiano” sulla spalla. E’ l’oste del rifiugio che mi porta un vassoio di Jambon de Bosses ; fontina e il lardo della Valle D’Aosta, tutti rigorosamente affettati a mano. Beh, io vi saluto e resto lì.
Non ho mai avuto modo di andare in Valle D’Aosta ma conoscere meglio i loro vini e i loro prodotti può essere sicuramente un stimolo in più per farlo, anzi lo farò quanto prima e consiglio anche a voi di andarci e dato che siete da quelle parti passate a trovare questa azienda, ve ne innamorerete di sicuro.
Buona lettura e buona degustazione!
A presto!
P.S. nel prossimo fine settimana sono a Verona per l’apertura del Vinitaly, contattatemi attraverso i miei vari canali che così ci incontriamo e chiacchieriamo un po’ insieme del nostro amato vino!